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Muellercraft: “Dystopia 31”, l’opera rock che scuote i sensi e accende la mente

Con Dystopia 31, Jay Mueller e il suo progetto Muellercraft rilasciano un’autentica colata lavica di suoni, visioni e riflessioni, scolpita in due ore di musica divisa in 28 brani e due album. Un’opera monumentale, che osa dove molti si fermano, e che sfida le convenzioni della scena musicale contemporanea con una miscela esplosiva di neo-progressive, synthpop, industrial e new wave.

Mueller, polistrumentista e mente creativa del progetto, plasma un paesaggio sonoro caleidoscopico in cui convivono chitarre stratificate, ritmiche techno-industriali, incursioni acustiche e cattedrali di synth. La struttura stessa di Dystopia 31 richiama la grandiosità delle rock opera del passato, ma il suo spirito è moderno, ruvido, profetico: c’è lo slancio lirico del prog, la sensibilità catchy della new wave, e l’oscura densità post-industriale del nostro tempo.

Il lavoro, mixato da Mueller stesso insieme a Gary Tanin e masterizzato nei Daystorm Studios, è molto più di una raccolta di canzoni: è un percorso narrativo e sonoro che interroga lo stato dell’umanità, l’alienazione tecnologica, la crisi dei valori, ma lascia anche spazio a sprazzi di speranza e trascendenza. Come recita la presentazione: “Muellercraft asks questions, throws down challenges, and offers unapologetic hope.”

Dystopia 31 non è un ascolto da sottofondo, ma un’esperienza da vivere interamente, in cuffia, a volume alto, con mente aperta e cuore pronto. È il manifesto di un artista che rifiuta etichette facili e risponde alla sterilità dell’omologazione con una creatività radicale, intensa, coraggiosa.

Se cercate una musica che non vi accarezzi, ma vi travolga e vi trascini altrove, Muellercraft è la voce che stavate aspettando.

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