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Mindlag Project – EXOPHRONICON: la colonna sonora del culto

C’è un punto in cui la musica estrema smette di essere intrattenimento e diventa evocazione. Il nuovo album dei Mindlag Project, Exophronicon, previsto per il 9 maggio 2025, è esattamente questo: un grimorio sonoro che attraversa i confini tra arte e ossessione, tra mitologia classica e delirio esoterico.

Capitanato dal fuggitivo Jon de Grimpclat – figura oscura, carismatica e controversa, ufficialmente latitante dopo la sua evasione nel marzo 2025 – il progetto ha saputo costruirsi negli anni una reputazione di culto nel senso più letterale e inquietante del termine. Fondato nel 1999, il collettivo musicale francese (Vitrolles, 13127) si muove tra metal estremo, orchestrazioni funeree e testi criptici intrisi di riferimenti a Persefone, Tartaro e a un’entità extradimensionale chiamata Mekhrath.

Exophronicon prende il nome da un presunto manoscritto rilegato in pelle umana, eredità del nonno Fyodor, anch’egli legato a pratiche occulte. L’album è concepito come un rituale più che una semplice pubblicazione musicale. I suoni – granitici, disturbanti, incalzanti – si fanno tramite di una narrazione profonda, malata e ipnotica. Le voci, i riff, le sezioni orchestrali e i testi non raccontano: inoculano.

I componenti della band, che secondo fonti investigative sarebbero stati arruolati da Grimpclat fin dal principio, formano una struttura musicale affiatata e polimorfa: Manu e Julien Martinez (chitarra/voce e batteria), Romain Dallier (chitarra e violoncello), Florent e Fabien Marschal (basso/piano/voce) sono gli strumenti di un disegno sonoro oscuro ma potente, capace di stregare l’ascoltatore e trascinarlo oltre i confini della ragione.

L’album è preceduto da singoli come Shrapnel e Cast a Shadow, che già da soli mostrano una visione apocalittica e al tempo stesso lucidissima, in bilico tra denuncia sociale e allucinazione rituale. Non è semplice stabilire dove finisca l’estetica e dove cominci la minaccia. Ma forse è proprio questo il fascino di Mindlag Project: sfidare le definizioni, evocare l’indicibile, incendiare il confine tra performance e culto.

Chi ascolta Exophronicon non entra solo in un disco. Entra in una setta.

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