Con “Train rose” e la versione radiofonica di “Or et Grenat”, il progetto musicale guidato da Benoît Fournier torna a imporsi sulla scena indie rock franco-canadese con una proposta sempre più raffinata e personale. Nato come progetto solista e poi evolutosi in un quintetto affiatato, Or & Grenat incarna l’essenza stessa dell’evoluzione artistica: dalla malinconia intima di “Autopsie d’un amour” (2020) al rock psichedelico solare e stratificato delle ultime composizioni, il gruppo è cresciuto in profondità e ambizione.
I nuovi brani, registrati in analogico in un rifugio isolato sulle rive del fiume San Lorenzo, non sono solo canzoni: sono paesaggi sonori in cui si riflettono introspezione, euforia e sensibilità climatica. Le chitarre si rincorrono in duelli elettrici dal sapore anni ’70, ma sempre con un tocco moderno e cinematografico. L’influenza letteraria resta forte, con echi di Werther, di Cohen e di atmosfere alla “Écume des jours”, ma l’approccio ora è collettivo: la composizione si fa rituale, con ogni membro del gruppo che costruisce la propria parte fino a ottenere una tessitura sonora densa e viva.
Il successo dei singoli “Un feu” e “Sous-Sol” (entrambi ai vertici del palmarès Franco Attitude di Stingray Music) ha confermato l’impatto emotivo della loro musica, che oscilla tra la dolce malinconia e una luce abbagliante di speranza psichedelica. La collaborazione con produttori affermati come Jean-Philippe Villemure ed Étienne Dupuis-Cloutier ha ulteriormente impreziosito la produzione.
Or & Grenat non si limita a scrivere musica, ma costruisce ponti emotivi. Ascoltare i loro brani è come varcare la soglia di un sogno lucido: ci si ritrova in bilico tra poesia e suono, tra il presente e un ricordo che profuma di nostalgia e bellezza.
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