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MAHN: l’eleganza pericolosa dell’avantgarde norvegese

Con il suo nuovo progetto solista MAHN, un artista norvegese già noto per aver militato nell’ensemble chaos-rock Lydia Laska, abbandona le derive più abrasive del passato per immergersi in una dimensione intima, ipnotica e profondamente evocativa. La sua proposta musicale si muove tra avantgarde rock e slow post-punk, e riesce a fondere con naturalezza atmosfere malinconiche e strutture minimali in un’esperienza sonora seducente e inquieta.

Ispirato da giganti come The Cure, Cocteau Twins, Depeche Mode e Roxy Music, MAHN si presenta con brani dal respiro notturno, guidati dal basso e da armonie sottili, dove ogni nota sembra sospesa tra bellezza e minaccia, tra grazia e inquietudine. C’è un senso di sotterranea tensione che attraversa la sua musica: non esplode mai, ma pulsa costantemente sotto la pelle.

Sin dall’età di 12 anni, quando ha iniziato a suonare con membri della band black metal Gehenna, MAHN ha seguito un percorso sonoro anticonvenzionale, sperimentando e affinando un’identità musicale unica. Il suo lavoro precedente, “Ego Death” del 2018, lasciava già intravedere questa evoluzione, ma è solo ora, con questo nuovo progetto, che l’artista riesce a trovare una voce del tutto personale, raffinata e radicale.

Le sue composizioni sono essenziali ma stratificate, dense di atmosfera e cariche di un lirismo silenzioso. MAHN non cerca il consenso facile: invita l’ascoltatore a fermarsi, ascoltare e perdersi in paesaggi sonori che sembrano provenire da un sogno cupo ma affascinante.

In un panorama musicale spesso troppo rumoroso o prevedibile, MAHN rappresenta una proposta rara: un viaggio sonoro introspettivo e coraggioso, che piacerà a chi sa apprezzare l’arte del silenzio, dell’attesa, dell’eleganza dissonante.

Per gli amanti dell’alternative colto e visionario, MAHN è una scoperta imperdibile.

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