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Recensione – Universal Connection: DanielleUn omaggio straziante tra memoria, musica e amore eterno

Con Universal Connection: Danielle, il compositore OHNomad firma una delle pagine più toccanti della sua produzione, trasformando il dolore in arte e la memoria in melodia. Uscito il 30 aprile 2024, il brano è dedicato alla figlia di un caro amico, tragicamente scomparsa durante l’attacco al Supernova Music Festival, in uno dei momenti più bui della recente storia israeliana.

Questo brano non è soltanto un componimento musicale, ma un rituale sonoro che unisce tradizione, lutto e amore familiare. La scelta degli strumenti è di una delicatezza straordinaria: la flauto rappresenta Danielle, con il suo timbro etereo e fragile, mentre il clarinetto dà voce al padre, più profondo, mesto e carico di struggente umanità. Le due linee melodiche non si sovrastano, ma si cercano, si intrecciano, si perdono e si ritrovano in un dialogo che va oltre il tempo e lo spazio, come solo l’amore può fare.

Il brano affonda le sue radici nella tradizione musicale ebraica, da cui attinge scale modali e sensibilità tonali che amplificano l’emozione e la spiritualità del pezzo. Il risultato è un canto funebre moderno e universale, che non si ferma alla cronaca, ma parla a chiunque abbia amato e perso.

Universal Connection: Danielle ci ricorda che il dolore individuale può diventare ponte tra mondi, e che la musica – con la sua capacità di collegare gli estremi – è forse la forma più pura di preghiera.

Un ascolto necessario, commovente e profondamente umano.

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