Marc Soucy ci trasporta in un viaggio sonoro raffinato e ricco di sfumature con il suo brano “Chill”, un’ode personale alla rivoluzione musicale che Miles Davis e la nascita della “funk school” del jazz hanno portato nel panorama sonoro mondiale. Pur non considerandosi un purista del genere, Soucy riesce a catturare la sua essenza e reinterpretarla in un soundscape atmosferico e avvolgente, dove il confine tra jazz, ambient ed elettronica si dissolve in un’unica esperienza sonora fluida e suggestiva.
L’Omaggio alla Tradizione con uno Sguardo al Futuro
Il progetto “STIR”, di cui Chill fa parte, sembra rappresentare un viaggio esplorativo nella vasta gamma di influenze musicali dell’artista. Se da un lato l’impronta del jazz è evidente, con armonie sofisticate e progressioni evocative, dall’altro troviamo una reinterpretazione contemporanea che strizza l’occhio al mondo dell’elettronica e della produzione digitale.
Ciò che rende Chill particolarmente affascinante è proprio questa fusione di passato e futuro: un brano che omaggia il jazz senza imbrigliarsi nelle sue regole, trasformandolo in qualcosa di nuovo, più etereo, più cinematico, un perfetto accompagnamento per momenti di riflessione e distensione.
Un’Esperienza Sonora Elegante e Cinematica
Dal punto di vista della produzione, Chill è un’opera interamente plasmata da Marc Soucy, che ha curato programmazione, esecuzione, mixaggio e mastering con una precisione che si percepisce in ogni dettaglio. Il brano si muove su ritmi rilassati, con una strumentazione vellutata e una tavolozza sonora che crea immagini tanto quanto melodie.
Il pianoforte, elemento centrale del brano, scivola con eleganza su tappeti sonori morbidi e pulsanti, mentre il groove discreto ma incisivo richiama le atmosfere rilassate e sofisticate dei lounge club fumosi e illuminati da luci soffuse. Il tutto è impreziosito da una produzione che non punta all’eccesso, ma all’equilibrio, lasciando spazio all’atmosfera e alla risonanza di ogni nota.
Chill: Jazz o Qualcosa di Più?
La domanda che Marc Soucy si pone è più che lecita: Chill è davvero un brano jazz? Lui stesso non lo considera tale, eppure è stato inserito in quattro playlist dedicate al genere. La risposta sta probabilmente nel modo in cui la sua musica evoca lo spirito del jazz più che la sua struttura canonica. C’è improvvisazione, ma non nel senso stretto del termine; c’è un groove che richiama il funk jazz, ma senza i suoi elementi più ritmici; c’è un’atmosfera ipnotica e avvolgente che potrebbe inserirsi perfettamente nella nuova corrente del jazz elettronico contemporaneo.
Più che una classificazione rigida, Chill sembra appartenere a una categoria fluida, in cui il jazz diventa un punto di partenza per un’esperienza sonora che sfida le etichette e si apre a un pubblico più vasto, dagli appassionati di jazz a quelli della musica ambient e chill-out.
Conclusione: Un Brano da Ascoltare e Assaporare
Marc Soucy con Chill riesce a creare un ponte tra tradizione e innovazione, portando il jazz fuori dai suoi schemi convenzionali e plasmandolo in un’esperienza sonora che è allo stesso tempo familiare e sorprendente.
Se sei alla ricerca di un brano che unisce eleganza, atmosfera e una raffinata ricerca sonora, Chill è una traccia che merita più di un ascolto. Perfetta per chi ama la musica ambient, il jazz moderno o semplicemente per chi vuole immergersi in un mondo sonoro rilassante e sofisticato.
🔹 Da ascoltare assolutamente per chi cerca un suono che rilassa, stimola e ispira allo stesso tempo.