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MEMORIES OF A LOST SOUL – Redefining Nothingness | Lost In CD ep.5

Memories Of A Lost Soul – Redefining Nothingness
Genere: Death/Black Metal melodico

Il passaggio dalle calde giornate estive all’autunno più cupo e riflessivo sembra essere il contesto perfetto per immergersi in Redefining Nothingness, il nuovo lavoro degli italiani Memories Of A Lost Soul. Pubblicato sotto l’egida di My Kingdom Music, l’album mescola con sapienza le atmosfere gotiche e decadenti del black metal d’antan con il peso melodico e abrasivo del death metal, mostrando una maturità compositiva che attinge al passato ma non si lascia intrappolare da esso.

L’album si apre con They’re Coming From The Stars, un brano che introduce subito un’atmosfera maestosa e siderale, grazie a riff melodici potenti e a un uso efficace di tastiere e sintetizzatori. Questa energia plumbea, a tratti cosmica, permea l’intero lavoro e si intensifica in pezzi come The Prometheus’ Key, uno dei punti più alti del disco per intensità e costruzione sonora. La band riesce a mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore lungo tutti i 60 minuti, alternando momenti di pura aggressività, come in Eternal Darkness, a passaggi più sognanti e riflessivi, come nella strumentale In The Circle Of Time.

Le influenze sono evidenti ma ben integrate: i Memories Of A Lost Soul richiamano la scuola melo-death scandinava, con rimandi a band come i Rotting Christ della fase tra Triarchy Of The Lost Lovers e A Dead Poem, e un uso delle tastiere che riecheggia la teatralità dei Cradle Of Filth o la maestosità dei Septicflesh. Il mix tra growl e voci pulite, sia maschili che femminili (esemplare in The Unspoken Dracula e The Alien Artifact), aggiunge ulteriore profondità alle tracce. La produzione, moderna ma equilibrata, evita eccessi bombastici per mantenere corpo e dinamica alle complesse architetture sonore.
Conclusioni

Redefining Nothingness è un album ben costruito, che unisce tradizione e modernità in un’esperienza coesa e coinvolgente. Nonostante non rivoluzioni il genere, offre un’ottima prova di come il death-black melodico possa ancora emozionare e catturare. Perfetto per chi ama le atmosfere cupe e decadenti e per chi cerca un lavoro che si possa ascoltare più volte senza perdere il suo fascino.

Nota personale:
In quanto Graziano Ciccarelli, tengo a ribadire che, nonostante la mia stima per MY KINGDOM MUSIC e rispetto per Francesco, il CEO dell’etichetta,questo album fa parte di una nuova rubrica personale chiamata Lost in CD. Questa iniziativa nasce per recensire tutti i CD che attendevo di recensire per il portale Il Calice Nero (ATTENDEVANO DI ESSERE RECENSITI DAL 2021!!!!), da cui mi dissocio completamente (per approfondire, vi invito a leggere il mio comunicato sulle pagine social http://linktr.ee/grazianociccarelli).

Invito tutte le band che non hanno ricevuto riscontri a contattare Vault Lab attraverso il sito ufficiale, dato che alcuni di questi CD (come questo) hanno richiesto fino a due anni per essere presi in carico, siccome mi sono stati spediti solo qualche giorno fa.

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