I Void of Chaos con il loro album Blazing Skies si attestano su coordinate piuttosto classiche del death metal. Pubblicato nei primi anni 2000, l’album non ha ottenuto grande attenzione all’epoca, ma è comunque un ascolto interessante per chi desidera esplorare la scena underground di questo genere. Il disco si distingue per un songwriting che, pur non osando troppo, mostra un certo talento e buone idee compositive, pur mancando spesso della “cattiveria” necessaria per affermarsi nel panorama death metal più competitivo.
Caratteristiche principali
Il disco si sviluppa su ritmi generalmente sostenuti, accompagnati da riff melodici ben costruiti e un approccio vocale che richiama band come Death o Possessed. Tuttavia, mentre la voce di Henke Westin si dimostra all’altezza, trasudando espressività e potenza, il resto dell’arrangiamento tende a non reggere il confronto in termini di intensità. Canzoni come Whispers e Soulicide mostrano bene questa dicotomia: vocalmente solidi, ma con un accompagnamento musicale che a volte si avvicina più all’hard rock melodico che al death metal schiacciante che ci si aspetterebbe.
Punti di forza e debolezze
Il lavoro di chitarra è forse l’aspetto più riuscito del disco, con riff che, sebbene non sempre pesanti, risultano ispirati e ben costruiti. Anche momenti come il climax di Fallacies of Pain dimostrano la capacità della band di creare momenti di pathos, grazie a un uso sapiente delle dinamiche, che alternano interludi tranquilli a esplosioni di riff melodici. Tuttavia, l’energia demoniaca che caratterizza i classici del death metal sembra mancare, lasciando spesso le composizioni prive di quel mordente che il genere richiede.
La sezione ritmica, composta da basso e batteria, è funzionale ma senza particolari guizzi. Si muove principalmente su binari standard, senza osare con tempi complessi o variazioni significative, il che appiattisce un po’ il risultato complessivo. Non è necessario adottare pattern ritmici fuori dagli schemi per essere incisivi, ma una maggiore sperimentazione avrebbe potuto rendere il disco più interessante.
Un potenziale inespresso
Cold Stream Pace è un esempio lampante delle contraddizioni di questo album. La produzione è pulita, la struttura del brano è solida, ma l’eccesso di melodia tende a diluire l’impatto complessivo, allontanandosi dal terreno su cui la voce di Westin brillerebbe di più. L’album avrebbe probabilmente beneficiato di un approccio più crudo, ispirato all’epoca di Spiritual Healing dei Death, piuttosto che ai richiami melodici e levigati di Slaughter of the Soul degli At the Gates.
Conclusioni
Con otto tracce più un’outro strumentale, Blazing Skies è un lavoro che mostra potenzialità ma che, allo stesso tempo, lascia l’ascoltatore con la sensazione che il gruppo avrebbe potuto spingersi molto oltre. Non è un brutto album, anzi, si tratta di un disco piacevole che merita una chance, ma che fatica a distinguersi in un panorama ricco di proposte più incisive. I Void of Chaos dimostrano comunque di avere le capacità per produrre musica interessante, e sarebbe curioso scoprire come si siano evoluti in eventuali lavori successivi.
Nota personale:
Questa iniziativa nasce per recensire tutti i CD che attendevo di recensire per il portale Il Calice Nero (ATTENDEVANO DI ESSERE RECENSITI DAL 2021!!!!), da cui mi dissocio completamente (per approfondire, vi invito a leggere il mio comunicato sulle pagine social http://linktr.ee/grazianociccarelli).
Invito tutte le band che non hanno ricevuto riscontri a contattare Vault Lab attraverso il sito ufficiale, dato che alcuni di questi CD (come questo) hanno richiesto fino a due anni per essere presi in carico, siccome mi sono stati spediti solo qualche giorno fa.